EVO 03

Voglia di mettersi in gioco, dove in tante occasioni le parole si fanno fiumi, ho voluto rendere di metallo quello che sostengo.

Features:

- Realizzato in lega di alluminio 6061

- Lavorazione 100% CNC made in Piedmont

- Length: 50 mm

- Rise: 0 °

- Standard: 1-1/8 x 25.4

- Colori Anodizzati: Rosso, Blu, Nero, Polish

DH, FR and DJ tested: full 2009, 2010 and 2011 seasons


giovedì 8 luglio 2010

Sorpresa a Serre Chevalier!

Villeneuve, Chantemerle, Monetier, nomi che nella mente degli sciatori risvegliano immagini di distese abbaglianti di neve immaccolta, pronte per essere dipinte dagli sci.


Per noi freerider di vecchia data, sono mete legate agli albori delle discese con risalita meccanizzata, quando posti come Sauze d’Oulx e Bardonecchia non sapevano neanche cosa fosse la discesa ed il freeride. Sentieri pedonali superrstretti e tornanti al limite dell’acrobazia trialistica erano il pane di giornate con dislivelli negativi accumulati di anche 5000 metri, e con bici rigide equipaggiate di forca da 100!

Per anni il concetto profondo di freeride l’abbiamo associato a posti come questo dove, se sei stanco di seguire il sentiero, te lo crei tu, cercando i passaggi più estremi in mezzo ai pini e giù da scoli dell’acqua con pendenze vertiginose.

Sabato scorso, ci siamo trovati alle 7, caricato tutto sul furgone e siamo partiti belli carichi per Serre Chevalier. Tappa obbligatoria almeno una volta all’anno. Visto che purtroppo non si riesce a collegare tutto il comprensorio se non pedalando per un pò di chilometri, questa volta il programma prevedeva una puntata verso Monetier, per fare il sentiero tecnico che scende da Bachas, quindi caricare il furgone ed in una decina di minuti essere in prima linea sui sentieri di Villeneuve e Chantemerle.

E qui abbiamo avuto la prima sorpresa!

Fabien ( il ragazzo dietro alla realtà del monginevro), adesso lavora per Serre, e ha tracciato delle nuove piste! Salendo con la seggiovia a 4 posti, già si intravedevano delle fettucce mai viste prima...



Arrivati in cima aspettiamo le bici con trepidazione, e subito ci si butta verso l’inizio della traccia nuova! Un bel percorso, assolutamente vergine (come poi ci conferma fabien in una discesa guidata) quindi non molto scorrevole, ma già così ci stamo divertendo parecchio, con i continui cambi di direzione ben studiati a creare un ritmo di discesa che nei tracciati italiani difficilmente si trova così continuo.

Dopo tre discese siamo ansiosi di vedere cosa ci propone Fabien sui versanti più ampi che ci aspettano solo poco più verso sud. Quindi di corsa si buttano le bici sulla rastrelliera del furgonazzo e si sgomma verso questi lidi.

Arrivati a Chantemerle, si sale con un altra dozzina di biker riempiendo la telecabina tipo deportati in un ottocentesco veliero inglese diretto in Australia.


Arrivati in cima scendiamo per la traccia delle “sponde” : 130(!!!) curve spondate in una sola run! Credeteci, le abbiamo contate!

Ovviamente l’abbiamo rifatta fino alla nausea...




Il dislivello è abbastanza accentuato: si passa dai 2500 per arrivare intorno ai 1400metri della base. Quindi la giornata passa veloce, e dopo l’ultima risalita scopriamo una traccia fettucciata che si butta dalla punta per finire a Villeneuve, passando in parte dal tracciato di coppa di francia di un paio di anni fà.

Da non credersi: un pistone di 1000 metri di dislivello tutto tracciato che sembra un viaggio! Davvero lunghissimo!E non solo, ma sempre con un ritmo continuo e costante di curve e controcurve, parti scorrevoli ea altre tecniche, fino ad una zona di North Shore!



Che emozione infilarsi dal gate che ti avverte di passagi “expert” e non saper bene cosa aspettarsi. Non vi anticipo nulla, ma sappiate che anche qui c’è da divertirsi!

Alla fine , stremati dal caldo e dalla fatica, ci togliamo le protezioni e ci infiliamo le infadito. Cosa piacevole come togliersi gli scarponi a fine giornata d’inverno!

La sensazione è che questo posto, già bello prima, si diventato qualcosa di più! E pensare che i commenti degli addetti ai lavori sono stati: è solo abbozzato, c’è ancora tantissimo da fare!

Fantastico, bravo Fabien!

venerdì 2 luglio 2010

VFC 03

Il completamento naturale di un attacco manubrio è la calotta di chiusura della serie sterzo.


Il mio pensiero è quello di armonizzare questo piccolo dettaglio con la forma sinuosa dell’evo03, che con la sua sezione ridotta della chiusura sul tubo di sterzo, ben si accompagna ad un oggetto poco spigoloso.

Per ottenere il profilo adatto, ho immaginato di integrare il classico piattello con l’anello distanziale subito sotto di esso.

Questa operazione mi ha permesso di raggiare in modo più evidente lo spigolo vivo creato tipicamente da un assemblaggio standard, creando armonia tra la chiusura e l’attacco.

Il nome, per inciso, è nato da una collaborazione con Jack Bisi durante una sessione di “lavoro” estenuate al BaraleBike Park di Falicetto…



Materiale: Lega 2025

Lavorazione: Tornitura automatica

Finitura: Anodizzazione.

Standard: 28.6mm (1 -1/8”)